Le ragazze Immortali
- Giulia Silvestri
- 22 mar 2022
- Tempo di lettura: 6 min
Eccomi con il primo post sul mio blog!
Oggi recensirò Le ragazze Immortali, edito da Mondadori Oscar Vault (che si occupa delle collane Oscar Fantastica, Fabula, Draghi e Ink) e che ho avuto l’onore di leggere in anteprima prima della data di uscita, che è proprio oggi!

Titolo: Le ragazze immortali
Autrice: Kiran Millwood Hargrove
Edito: Mondadori
Trama: le gemmelle lil e Kizzy stanno per compiere diciassette anni, ed entro poche ore arriverà per loro il giorno della divinazione: l'Anziana Charani svelerà alle ragazze quale destino le aspetta. Ma non faranno in tempo a partecipare alla cerimonia perché il crudele Boier Valcar le fa rapire per farne le sue schiave.
Costretta a lavorare nelle cucine del castello, un luogo tutt'altro che accogliente, Lil trova conforto nell'incontro con Mira, una compagna di sventura verso cui si sente attratta in un modo mai provato prima. E lì sente parlare del Drago, che ricorda la terribile figura mitologica di cui raccontano le antiche leggende, un mostro a cui si portano in offerta giovani ragazze... Forse Lil e Kizzy non avranno la loro cerimonia di divinazione, ma le gemelle stanno per scoprire comunque il loro destino...
Parlandone prima brevemente per non fare spoiler e poi più approfonditamente, scriverò qui le mie personalissime impressioni e ci tengo a dire che non sono verità assolute e sarò ben lieta di poterne discutere con chi l’ha già letto, o lo leggerà dopo questa recensione! Per questo libro ho uno strano sentimento, quasi tra amore e odio, non saprei bene come definirlo o spiegarlo, ma ci proverò.

Innanzitutto partiamo con il dire che riscrivere un qualsiasi prodotto o avvenimento storico o una qualsiasi fiaba/leggenda non è mai facile e non si deve confondere con le Fan Fiction. La difficoltà, ovviamente, aumenta in base al tema che si decide di trattare, e Dracula è davvero difficile da riscrivere senza perdere l’atmosfera gotica che ne ha fatto di un capolavoro e un classico dell’horror intramontabile. E ricordiamo che è il vampiro più famoso, ma non il primo (prima di lui ve ne sono stati svariati, partendo da Il Vampiro di Polidori a Carmilla di Le Fanu ed è infatti lui stesso la rielaborazione di questi e altri vampiri). E anche partire da un testo del genere, significa che ti devi documentare bene, non solo sul mito di Dracula, ma anche del luogo in cui svolgerai la storia, che è una cosa importantissima, soprattutto se è ambientato in un luogo diverso da quello dove abiti. È lì che si vede quanto amore e impegno ci metti verso ciò che stai scrivendo ed è la base per rendere un libro realistico, anche se si tratta di un fantasy. Diciamo che questo lato mi ha fatto un po’ storcere il naso, ma nel complesso, una volta finito il libro, ho capito che alla fine ci stavano come figure e gli ambienti erano ben strutturati.
Tuttavia mi sono imbattuta in un libro che aveva alla base una trama interessante ma che si è rivelata poco memorabile sotto vari punti di vista. In breve posso dirvi che se siete interessati a scoprire una nuova versione della storia di Dracula, ma dal punto di vista delle mogli e prima ancora che lo diventassero (quindi il percorso che le ha portate a diventare tali), ve lo consiglio, ma allo stesso tempo non avrei comunque grandi aspettative. Come ho detto, a parte vari refusi nell’edizione italiana (che comunque ha fatto un grande lavoro con la copertina e l’impaginazione, e che dobbiamo anche ringraziare per farci scoprire sempre nuove storie), non mi ha colpito molto per come narrata. Avrei fatto altre scelte che vi elencherò qui sotto. Tuttavia non è un libro da buttare, anzi, è una lettura carina per staccare la spina da letture più pesanti.
Adesso passiamo alla recensione più corposa e nella quale farò vari spoiler, vi avviso.
Come dicevo, mi dispiace ammettere che secondo me in questo caso la scelta stilistica non ha aiutato a far funzionare il retelling, e parto proprio da questo punto perchè è quello che mi ha deluso maggiormente.
Partiamo con un inizio che mi ha dato non poca difficoltà ad immergermi completamente nella storia: l’autrice ha evidentemente deciso di far entrare subito nella storia il lettore, che non è un male, però in questo caso, almeno per me, è fatto in modo sbagliato. Presenta subito le protagoniste, parlando di Stanziali, Viaggiatori, Veggenti, Ursar, Voievod, Boier etc senza darti subito quell’informazione in più che ti faccia capire subito di cosa sta parlando, con frasi lunghe e difficoltose per i primi capitoli, che ti confondo e portano delle ripetizioni che si potevano evitare. Okay che è presente un glossario all’inizio, ma non è che mentre leggo posso ritornare sempre dietro a vedermi il glossario (soprattutto se si legge in ebook) e non tutti, per esempio, sanno che i Voievod siano i principi ereditieri e i Boier i nobili della Valacchia.
Ti mette lì anche nomi di persone che compariranno una volta soltanto, senza farti capire bene chi siano, ma come se fossi la protagonista e lo sapessi già. Fortunatamente il testo cambia e diventa più scorrevole con l’avanzare dei capitoli, ma se mi fossi basata sui primi e non mi avesse incuriosito la trama, non avrei continuato la lettura. Detto questo, mi è piaciuta la tematica della schiavitù e che le protagoniste derivino proprio da uno dei popoli nomadi di quel periodo, che vengono chiamati Viaggiatori. Ma non mi è piaciuta la scelta della protagonista.

Il romanzo viene fatto passare come un manifesto femminista, ma non ho ancora capito perchè. O sono scema io, o il fatto che le protagoniste siano ragazze che si ribellano agli uomini etichettandoli tutti come il “male”, non mi sembra molto femminista. Okay che molti uomini in epoche passate erano veramente orribili, si divertivano a torturare e stuprare le donne, soprattutto in tempi di guerra e conquiste, ed erano tanto sessisti, ma appunto etichettare tutti gli uomini come “male” e far sentire la donna superiore, non è proprio il principio del femminismo. Leggendo le grafiche mi sarei aspettata una protagonista forte, che non si facesse mettere i piedi in testa e cercasse l’autonomia, invece tutto il contrario: ti ritrovi una protagonista “lenta”, quasi noiosa, che vive all’ombra della sorella, che non cerca di ribellarsi e accetta il suo stato di schiava, che quando perde la sorella trova la forza in un’altra donna invece che trovarla in se stessa (facendo nascere una storia d’amore che non mi ha colpita sinceramente, ma neanche quella della sorella con Fen, loro amico di infanzia, l’ha fatto). Inoltre, non parte da sola nel suo viaggio per riprendere la sorella, ma cerca l’aiuto di un uomo (facendo passare quindi il messaggio che da sola, essendo donna, non ci sarebbe riuscita). Avrei apprezzato di più che fosse partita da sola con Mira, quella che diventerà la sua amata, anche se per poco, anche se capisco che la presenza di Fen era importante per la storyline di Kitty. Inoltre appena trova la sorella ritorna “succcube”.
Parlando di Kisaiya, l’avrei preferita come protagonista, perché è più affascinante come personaggio ed incarna esattamente ciò che io mi aspettavo. Oppure, essendo gemelle e molto legate (e visto anche che il libro originale presenta vari pov, che arricchiscono la lettura) mi sarei aspettata di vedere anche i suoi capitoli, dopotutto è lei che segue la vicenda più interessante, venendo presa dal voievod, il Drago (ovvero Dracula). Invece seguiamo le orme lente e a tratti noiose di Lillai. Non mi è proprio piaciuta come protagonista, a volte l’ho odiata e avrei preferito che morisse, lo ammetto. Ho preferito quasi i personaggi secondari, anche se non erano molto approfonditi.
E, a proposito di approfondimenti, avrei apprezzato scoprire altre cose sui Viaggiatori e gli Stanziali, avrei preferito che la parte folkloristica fosse più accentuata (contando che il popolo romeno è molto credente in queste cosa ancora oggi), avrei preferito più interazioni con i personaggi secondari, che fossero stati più presenti, che anche le figure degli strigoi, compreso Dracula, fosse più presenti e si vedessero… insomma, mi è sembrato troppo approssimativo, veloce, nell’insieme. Anche superficiale su alcune cose: come la violenza che stava per subire Lillai da Varenski, non ne sembra troppo colpita, e stiamo parlando di una quasi vittima di stupro; se ne ricorda solo una volta al buio e scaccia subito la scena.
Se non fosse che presenta una bella copertina, con tutti gli elementi della storia, e l’impaginazione non fosse ben curata, oltre che presenta una trama alla fine intrigante, non avrei dato altro che due stelle ma penso che tre stelle sia il voto più onesto che gli si possa dare.
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