"La Sirenetta"
- Giulia Silvestri
- 5 mag 2023
- Tempo di lettura: 5 min
Eccoci con la recensione della Sirenetta di Carolyn Turgeon, edito da Dark Abyss Edizioni e che ho avuto l'onore di leggere con questa collab!


Collana: CATHERINEMONVOSIN
Genere: RETELLING DARK FANTASY
Formato: cm 14,8 x 21, pp. 355 CON SOVRACOPERTA
ISBN: 9791280782496
Cartaceo: 18,00 €
Editore: Dark Abyss Edizioni
Data Uscita: 4 MAGGIO 2023
Trama:
“Quando accadrà, no, non lo so, ma del tuo mondo parte farò!” Sono proprio
le parole di Ariel, protagonista della storia classica Disney La Sirenetta.
Anche alla Dark Abyss Edizioni la nostra Sirenetta emerge dagli Abissi del mare, con
un uomo quasi annegato tra le braccia: un principe. La nostra sirena è disposta a
barattare tutto pur di avere le gambe e conquistare il cuore del suo amato, ma lei non
sarà l’unica pronta a sacrificarsi in nome dell’amore. Chi è Margrethe? E perché corre
sulla riva lasciando alle spalle quel convento che si affaccia sul mare ghiacciato?
* * *
Scordatevi delle reinterpretazioni cinematografiche, riprendete piuttosto la fiaba originale e datele un tocco ancora più dark e crudo: ecco “La Sirenetta” che ho avuto il piacere di leggere. Tutti quelli che mi seguono ormai sanno il mio amore per la mitologia, il folklore nel mondo e le fiabe/favole, che sono spesso il fulcro dei miei libri, perciò non potevo farmi sfuggire questa opportunità!
Fin da subito, ho trovato un inizio molto interessante, con una scrittura con la quale inizialmente ho fatto un po’ fatica a ingranare, lo ammetto, perché molto evocativa, diversa dal solito modo di scrivere anche se scorrevole, però andando avanti si nota l’amore con cui è stata scritta e lo studio che ci è stato dietro.
Le protagoniste sono due: mentre nella fiaba c’è solo la Sirenetta, che qui troveremo con il nome di Lemia, faremo la conoscenza anche di Margrethe, una principessa nascosta in un convento per tenerla lontana e al sicuro dalla guerra tra il suo popolo (quello del Sud) e quello del Nord. Non vi ricorda nulla? Esatto, lei sarà proprio la ragazza che nella fiaba sposerà il principe, quando era andato a cercare una sposa, lasciando la Sirenetta sofferente per le pene d’amore.
Il romanzo presenta capitoli alterni tra le due e ho apprezzato moltissimo il fatto che per alcuni versi sia fedele alla fiaba (lo si può vedere dalle ostriche messe con dolore sulle code delle sirene all’età giusta, che conferisce a loro di uscire dall’acqua per una volta, alla sofferenza di quando Lamia ottiene le gambe, dalla religiosità legata agli eventi, al principe che la tratta come una trovatella e non la sposa…), ma ancora di più ho amato che la storia si incentrasse sulle due e la loro voglia di essere libere, di trovare il proprio riscatto e la propria strada, anche se il fine comune è sposarsi con il principe, però l’autrice non si è soffermata solo su questo aspetto e l’ho apprezzato davvero tanto.
Da una parte troviamo una Lemia che vorrebbe salire in superficie perché lì sott'acqua non si sente accettata, lei vorrebbe davvero conquistare l’anima che - come sua nonna le ha sempre raccontato - appartiene agli umani, non vuole sposarsi con un tritone come le sorelle e vivere 300 anni lì con loro per diventare poi “nulla” (schiuma di mare), e non capisce tutto questo astio verso gli umani da parte del suo popolo. Come Ariel, lei colleziona da sempre oggetti che vengono dalla Terra, però ci scontreremo fin da subito con il lato un po’ più cupo dei naufragi: lei e le sue sorelle sono solite affrontare vascelli affondati e giocare con i resti degli umani e rubare i loro tesori, e tutto questo la farà rimanere traumatizzata quando metterà per la prima volta il volto fuori dall’acqua. Perché gli umani, quando entrano in acqua, muoiono e non vede la loro anime andare via? Sarà talmente colpita e traumatizzata dalla loro sofferenza nel naufragio che quando vede il principe in difficoltà non ci pensa due volte: lo salva. Lei lo vuole salvare perché non vuole farlo morire e fargli perdere la sua anima, ma sarà proprio lì che lei si innamorerà e capirà che forse quello è il suo destino. Lo stesso pensiero, però, appare nella mente di Margrethe, che vede tutta la scena e pensa che la sirena abbia portato sulla riva il ragazzo per lei, che perciò sia il suo destino. Lo salverà, senza dimenticarsi della bellezza della sirena che tanto l’ha incantata, però scoprirà che lui è un suo nemico, e non uno qualunque: è il principe del Nord. Da qui viaggieremo dal mare alla terra con Lemia, che vuole a tutti i costi stare con il principe e farà il famoso patto con la Strega del Mare, e dall’altra parte troveremo Margrethe che è stanca della guerra e sa che l’unico modo per fermarla è sposare il principe (del quale è anche lei innamorata) e unificare così i regni.
Due donne forti, che si incontreranno e ho trovato davvero toccante il loro primo incontro, con quei pochi scambi di battute che hanno, senza sapere che il loro destino in realtà sarà il loro legame prezioso, e non lo sposarsi con il principe. Inoltre, si sente perfettamente il senso di inadeguatezza di Lemia nel mare e si comprende ancora di più il suo voler andare sulla terraferma, al contrario del famoso film e della fiaba. Però devo dire che ho preferito di gran lunga Margrethe, ma solo per gusto personale, sono due ottimi personaggi.
Mi è piaciuto avere un insieme più ampio davanti della fiaba, in una versione cupa e dark, a volte anche cruda, con approfondimenti non solo della vita delle sirene, ma anche del personaggio di Margrethe e del regno in cui vivono lei e il principe, a stampo medievale e del quale l’autrice ha perfettamente rispettato i pensieri e le tradizioni. Sia per quanto riguarda il convento con la badessa e tutte le altre sorelle, sia per i poveri nel villaggio che soffrono per la guerra, sia per il fatto che una donna doveva per forza sposarsi e fare figli (purtroppo).
Spoiler (lo evidenzio in corsivo, così potete andare avanti)
Anche nell’amore che sembra provare il principe per Lemia, in realtà ho visto più un’infatuazione per il fatto che lei non avesse una voce e quindi potesse farle qualunque cosa lui volesse senza che se ne potesse lamentare, e per questo mi ha fatto un po’ “schifo” il loro rapporto: da una parte vediamo una ragazza sofferente, che si rimangia il patto fatto perché non era quello che si aspettava, mentre lui la stuprava e lei non capiva cosa stesse accadendo; dall’altra vediamo un uomo che si diverte, la tratta come se ne fosse innamorato e invece è solo il suo giocattolino personale, perché comunque lui è innamorato di Margrethe. Questi capitoli sono stati davvero pesanti per me, potevo sentire tutta la sua sofferenza attraverso le parole, e sono arrivata a comprendere poi il suo sollievo nel sapere che sarebbe morta, all’arrivo di Margrethe, anche se all’inizio lei era completamente sotto di lui e avrebbe fatto qualunque cosa per il suo amore. Ma poi capirà che l’unica cosa importante era il figlio che portava in grembo, e si aggrapperà alla gravidanza come unica cosa per cui valeva la pena lottare, anche se ormai era conscia di quello che le aspettava.
Per questo, ho apprezzato il finale, che cambia un po’ quello della fiaba per dare il lieto fine a Lemia, grazie a Margrethe che si prenderà cura di sua figlia e sacrificherà un po’ del suo sangue per farle tornare la coda (anche se ho trovato il finale un po’ frettoloso e questo passaggio un po’ forzato, con la scusa del “il sangue del principe e di Margrethe con il matrimonio si è unito”, ma data la religiosità della fiaba e del romanzo alla fine ci sta).
In sintesi, una storia che, anche se sai già come andrà a finire e quale risvolti potrebbe avere, ti incuriosisce ad andare avanti e scoprire cosa il destino riserverà a Lemia e a Margrethe. Una storia dark, che presenta tinte religiose come la fiaba - nella sua fedeltà - e che vi terrà con gli occhi incollati alle pagine dall’inizio alla fine, per quanto vi incanterà grazie al suo stile evocativo e scorrevole.
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