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Furiae










Autore: Alfonso Zarbo

Casa Editrice: Self Publishing

Dove trovarlo: Amazon

Formato: Copertina flessibile 14,04

Ebook 5,25 (o gratis su KU)

Genere: Fantasy, raccolta di racconti










Trama:


LE FURIE NON SI ARRENDONO MAI. Sono donne che affrontano la vita sospinte dalla libertà, l’amore, il coraggio e la giustizia. Una lettura ideale se ami la storia e i miti. Se nell’avventura proprio ti ci butti. Se lotti sempre contro i pregiudizi e un briciolo di oscurità non guasta.


Insieme a Tisifone volerai fin sopra le mura del Tartaro. Senza identità, con pistola e misericordia in pugno, combatterai nella Spagna burrascosa dei conquistadores. Al fianco di Naaktara percorrerai le sabbie impervie della Duat: l’oltretomba egizio. E in una Lombardia trecentesca, con la piccola Rosa e Grifo, scoprirai che anche l’Italia può essere fredda come le fiabe più oscure.

Le donne sorprendenti di FURIAE non sono guidate solo dalla violenza e dalla vendetta. Perché si può essere orgogliose, combattive, tenaci e inarrestabili anche lottando per un’emozione intensa come l’amore.



Questa raccolta di racconti mi è capitata su Amazon per caso, tra quelle consigliate, e tra copertina e rivisitazioni di alcune storie (e sapete quanto ami questo tipo di romanzi, oltre che il folklore in generale), mi ha incuriosita.


Per staccare la spina tra un romanzo e l’altro, l’ho iniziato.


Devo dire che nel complesso non è una raccolta brutta, anzi, mi sono piaciute le tematiche ed è una lettura, tutto sommato, a tratti scorrevole (e vi dirò perchè “a tratti” tra poco) e che ci può stare tra letture più pesanti, anche se il voler raccontare di donne forti, per me, si è perso tra le mille descrizioni e vicende. Non mi è arrivato quel messaggio che l’autore avrebbe voluto infondere al lettore. Stilisticamente, devo essere sincera, non mi ha colpito fino all’ultimo racconto: quello, per me, è lo stile che l’autore deve seguire; lo stile che forse se avessero avuto le altre storie, le avrebbero salvate e rese più interessanti - ma ve ne parlerò meglio nelle prossime righe, prendendole una per una.


Grammaticalmente, avrei fatto altre scelte in diversi punti: passiamo da frasi semplici, come nella prima storia, a frasi più lunghe che avrei reso più scorrevoli cambiando delle punteggiature, che insieme a descrizioni troppo complesse fanno perdere il ritmo e confondono il lettore. Forse con più attenzione e un editing più pesante i racconti avrebbero dato giustizia all’idea di base, che ripeto, trovo molto interessante, ma che risultano invece scritti in modo un po’ troppo pesante, almeno i due al centro. Oltre che molte frasi ricercate per renderle citazioni condivisibili, belle per carità, si notano eccome e sembrano forzate. Ed è un peccato soprattutto perché si nota che sono racconti pensanti bene, che sono documentati e che riprendono esattamente quelle culture e stili di vita di quei periodi narrati. L’autore, in sintesi, ne sa, ma non ha saputo renderli al pubblico al 100%.




Furiae


Furiae dà il titolo alla raccolta e mette in scena Tisifone. La Furia della Vendetta è costretta a dare la caccia a una delle sue sorelle perché ha infranto il giuramento sacro che le unisce tutte: si è innamorata. Si può uccidere una Furia?




Allora, questo è il racconto che mi è piaciuto di meno, quando era quello che mi incuriosiva di più. Le furie sono personaggi interessanti, ma l’autore non è riuscito a rendergli giustizia: un racconto troppo scorrevole, che non fa empatizzare con i personaggi, che risulta quasi confusionario grazie al cambiamento delle azioni, che vengono capovolte velocemente, senza far capire cosa stesse accadendo veramente. Questa poteva essere raccontata in un modo più approfondito, presentando al meglio i personaggi, perché è vero che i racconti brevi sono diversi dal romanzo, ma seguono le stesse regole.




Come falene nella polvere


Come Falene nella Polvere da Sparo è un viaggio dalla Spagna dei conquistadores fin nelle Americhe turbolente del 1600, ancora traboccanti dei sogni più preziosi... ma che possono infrangersi al primo scoppio di archibugio.




Il titolo mi ha catturata da subito, veramente bello. Ammetto che il racconto mi ha incantato, l’ho trovato scritto meglio della prima storia, però forse c’erano troppe informazioni in alcuni punti, ma mi ha sorpreso comunque scoprire che il protagonista in realtà è una Lei, così come mi è piaciuto poi il fatto di aver spiegato il motivo che l’ha spinta a diventare un uomo per molti anni.



Sotto eterno assedio


Sotto Eterno Assedio è la storia di Naaktara, “bambina-guerriera”, principessa in un mondo di uomini, che va alla ricerca di suo fratello nella Duat: l'oltretomba egizio. La bambina di un tempo lo amava; la donna che è diventata vorrebbe ucciderlo.




Un racconto che aveva del potenziale, ma che ho trovato troppo “caciarone”. Bellissima la scelta di mostrare il viaggio, soprattutto tra i cancelli, però (anche se ho apprezzato l’idea di mettere i pov in prima persona per lei e in terza quelle degli altri) il cambio repentino dei punti di vista rende la storia confusionaria, troppo. Così come sono troppi i cambi dei punti di vista. Forse se fossero stati più studiati e di numero inferiore, la storia avrebbe avuto un impatto diverso, migliore. Non mi è piaciuta neanche l’idea di voler rappresentare una donna forte, ma che in realtà poi appena vede il fratello si sottomette a lui, segue lui. Okay che i tempi erano quelli, la cultura era quella, ma avrei preferito che lo lasciasse lì e che abbandonasse quella parte della sua vita, facendo un sacrificio, per regnare come era il suo piano iniziale.


E fine della storia


E fine della Storia è il ritorno a un mondo che può sembrare completamente diverso da come lo si era lasciato. Gelido, pieno di bugie e denso di fantasmi. Se non ci fosse Rosa, con la sua vocina coraggiosa, autentica e pronta a restituire la speranza che era andata smarrita.



Quella che mi è piaciuta di più: qui vediamo uno stile più naturale, come se appartenesse veramente all’autore, al contrario di quelli visti prima. Non ci sono descrizioni troppo complesse, non ci sono frasi per forza ricercate, è una storia molto più scorrevole ma ben scritta. Ho apprezzato il voler parlare anche dell’Italia, portando la figura del Benandante, perché leggiamo spesso di creature estere, ma quasi mai l’attenzione viene posta sul folklore italiano che è validissimo e pieno di meraviglie. Anche il riferimento alla Caccia Selvaggia mi è piaciuto.


In sintesi una lettura gradevole, veloce, che non prende molto tempo. Poteva dare molto di più, certo, ma nel complesso ci sta.


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