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Dai tuffi al cuore 2

Bentornati nel blog!

Dopo aver finito il primo di "Dai tuffi al cuore", di Vanessa Barbuto, ecco che in pochi giorni mi sono divorata anche il secondo!


Come avevo detto, già dalle premesse dell'autrice che mi erano state fatte (dove mi diceva che le cose che non mi erano piaciute erano sistemate in questo, come il maggior spazio alla protagonista), avevo grandi aspettative per il secondo volume, che non solo non mi ha deluso, ma l'ho quasi preferire al primo!


Ci troviamo di nuovo in uno stile semplice ma allo stesso tempo studiato, che evoca perfettamente le immagini nella mente, e la scorrevolezza del testo non vieta il sentirsi presi dalla storia e non rende minimamente la lettura pesante, anzi, rende chiaro ogni minimo aspetto: dalle sensazioni dei personaggi, ai pensieri, alle gare…


La presenza ridotta delle gare, devo dire - anche se è un aspetto fondamentale per la storia, con i loro punteggi e descrizioni dettagliate - , ha aiutato a rendere la storia più scorrevole, a prendere di più il lettore.

Sebbene mi siano mancati alcuni personaggi, ho apprezzato che avendone di meno l'autrice abbia potuto così mostrarci meglio la protagonista; svelarla completamente al lettore non solo ha aiutato di più ad immedesimarsi in lei, l'ha resa ancora più umana e si è potuto capire quanto sia costruita bene!


Mi è dispiaciuto perdere il contesto Olimpiadi quasi quanto alla protagonista: è un luogo magico, dove si smuovono molte persone tutte diverse con passati e culture differenti - allo stesso tempo, però, mi è piaciuto vedere la vita fuori dalle gare di Fiamma e delle altre persone più vicine a lei, conoscere meglio i contesti familiari e altre vicende che in quel mondo non sarebbero potuti venire a galla (scusate il gioco di parole involontario).


Come per il primo, le scelte dell'autrice di smuovere le varie storie personali, oltre che quella principale, mi sono piaciute molto, e in alcuni punti non avrei saputo scrivere meglio!


Ma vediamo la trama e la recensione più approfondita!


Trama:


Dopo l’Olimpiade, Fiamma torna alla sua vita di tutti i giorni. Ma niente può essere più come prima.

Tra la ripresa degli allenamenti, nuove e vecchie rivalità, amicizie rafforzate e nuove incomprensioni, sarà sorpresa di scoprire che l’amore non è così lontano come lei credeva. E fa paura quasi quanto un rovesciato.

Fiamma si troverà davanti a una sfida ancora più grande delle Olimpiadi, dei Mondiali o di qualsiasi altra gara: deve imparare ad affrontare la paura di perdere in tutte le sue sfumature. Perdere le persone, l’amore, le occasioni, le medaglie.

Ma l’ostinazione che la contraddistingue la farà salire su ogni trampolino che le si pone davanti, pronta a tuffarsi per affrontare tutto ciò che la aspetta.



"Tu fai di tutto per non crearle disordini intorno, e lei cerca di allontanare i suoi pensieri negativi in modo che non colpiscano anche te. Ognuna a modo suo, provate entrambe a tenervi al sicuro"


La prima cosa di cui vorrei parlare è del rapporto di amicizia tra Fiamma e Becky, che in questo secondo volume è stata mostrata meglio: ci ha fatto vedere un'amicizia più solida di quanto ci si aspettasse nel precedente, non solo attraverso le parole, ma soprattutto nei gesti. Fiamma farebbe di tutto per far stare bene la sua amica (e sono sicura che il pugno a Giada lo avrebbe dato bello forte), e dall'altra parte Becky è sempre pronta a farsi carico delle paure e dei pensieri della sua amica senza mai farla sentire un peso o giudicarla in qualche modo. Se in un primo momento mi sembrava strana la loro amicizia, qui ho capito quanto fosse vera.


E ho apprezzato anche maggiormente Becky - mentre nel primo non mi aveva preso come personaggio, mi sono ritrovata a voler a tutti i costi che avesse il suo riscatto per tutto quello che le era stato fatto. E devo dire, ho amato anche che ogni personaggio avesse i suoi problemi: dal marcio che nasconde il mondo agonistico che ha toccato così tanto lei, dagli attacchi di ansia e panico provati da Coco, ai problemi sentimentali con i ragazzi di Fiamma…



"Mi immagino salire le rampe che portano ai dieci metri della piattaforma, e il mondo deve sembrare diverso da quella prospettiva, che poi è quella di Jean: lui è abituato a stare lassù e da quell’altezza vede tutto – forse per questo è così razionale, così saggio… Coglie il senso di ciò che accade con un maggiore distacco, cosa insolita per un ragazzo della sua età."


Jean rimane il mio preferito: leale, dolce, romantico, affettuoso… sempre attento a non ferire gli altri, a prendersi cura di chi vuole bene senza vergognarsi di sembrare agli occhi degli altri debole o meno uomo per ciò che è. Lui è così, non gli importa nulla. È il ragazzo perfetto.


La gente dovrebbe prendere da esempio questi personaggi, non seguire i soliti Bad Boys! Daje, su!


"È questo che significa amarsi? Non avere bisogno di parole ma comprendere, anzi sapere, che l’altro rimarrà con noi fino alla fine? Fronteggiare insieme ogni ostacolo e decidere di superarlo?"


Eccallà! La parte che per tutto il romanzo mi ha fatto litigare con me stessa: amare loro due insieme perché sono troppo carini e dolci, o odiarli perché avrei preferito che il rapporto di amicizia rimanesse intatto?


Devo ammetterlo, però, li ho sempre trovati carini insieme, una coppia perfetta, ma mi piaceva il loro rapporto d'amicizia ed ero contenta che un romanzo portasse un rapporto ragazza-ragazzo che non sfociasse davvero nella storia romantica, perché so che è possibile per esperienza, e ho sperato rimanesse così fino a che… beh… ma alla fine cos'è l'amore, se non una grande amicizia, in primis?



"Perché l’amore non è qualcosa di intangibile, ci sono gesti pieni di amore, parole che non hanno altro scopo che comunicare che si ama, anche senza dirlo in questi termini."


Tralasciando quello che penso io, oggettivamente era scontato - non nel termine cattivo, nel senso che comunque il rapporto tra Jean e Fiamma è già nel primo… “strano”. Non saprei come definirlo, forme “amici” era troppo poco, perché avevano un rapporto solidissimo, forte, e molto spesso si comportavano davvero come fidanzati. Ho sempre sospettato che qualcosa da parte di Jean ci fosse, mi era sempre sembrato un po’ geloso del rapporto con lei e Lince, ma ammetto che pensavo fosse sempre in ambito di amicizia, e che trovavo strano infatti che si comportasse così e stesse così male per un semplice messaggio della ex… non avevo proprio collegato fosse per Fiamma, e capendo sempre tutto prima che accada, è stato veramente un colpo di scena per me. Ma sono contenta di questa coppia, tutto sommato: scherzano, parlano di tutto, si confidano… finalmente una coppia sana!


“Domenica torno, promesso” sono le ultime parole che gli ho rivolto. “Domenica torno.”


Tutta la parte della malattia mi ha veramente colpito, perché l’ho provato in primis io con mio nonno, e so che cosa significa vivere con una persona malata, solo che nel suo caso il tumore ai polmoni è arrivato dopo dodici anni di Parkinson. Io non ho mai visto mio nonno sano, lo ricordo solo con il tremore al braccio, ma ricordo perfettamente il suo cambiamento negli ultimi anni, esattamente come Fiamma ha visto con Sandro, solo che nel mio caso era peggio: non sentiva più, non camminava più… era partito completamente di testa e ci siamo accorti troppo tardi che aveva un tumore. Il fatto di "Domenica torno” mi ha colpita, perché mi ha ricordato il giorno prima che morisse, quando ha voluto vedere me e mio fratello un’ultima volta, perché anche se non ragionava più nel profondo a noi voleva bene e sapeva che non ci avrebbe più rivisto.


E qualche lacrima mi è scesa, al fatidico fatto, lo ammetto. Perché Sandro mi piaceva come persona, come mi piaceva il rapporto con Fiamma, e l’autrice è stata molto brava a trasmettere tutte le sensazioni e i pensieri che la protagonista provava. Così come è stata brava a trattare questo argomento, con tatto, senza banalizzarlo.



“So che tu sei incasinata quanto Roma, ma che hai un grande orgoglio quanto lei… Forse tutti voi romani lo avete, quando rivendicate di esserlo.”


Se per il primo romanzo è stata la prima cosa di cui ho parlato, questa volta me la tengo per ultima, ma comunque non meno importante. Fiamma mi è piaciuta molto di più. Questa volta ci siamo focalizzati maggiormente su di lei, abbiamo capito meglio le sue motivazioni in ambito sportivo, abbiamo capito le sue paure e i suoi dubbi, le sue ansie… ma soprattutto abbiamo capito di più su di lei grazie anche al suo passato, come al suo presente: se prima era sempre in ansia per le gare e le vicende della vita, e si faceva prendere completamente da esse, dalla morte di Sandro e alla relazione di Jean, oltre che per la storia di Becky, troviamo una Fiamma sempre presa dalle paure, sì, ma che sa di valere, che non vuole deludere chi ha sempre creduto in lei. Il suo percorso mi è particolarmente piaciuto, si è evoluta come dovrebbe accadere in tutti i romanzi, perciò dico che è umana, non è un personaggio piatto. E io non sopporto quasi mai i protagonisti, lei invece mi è piaciuta, parecchio anche.


“Sono quarta, con la medaglia di bronzo a un punto e cinque centesimi. Così poco… eppure così tanto.”


Più che il primo, qui mentre leggevo le ultime pagine, ho sentito davvero la mancanza subito dei personaggi: nel precedente almeno si aveva la certezza che ci fosse un seguito, che avremmo ritrovato i personaggi, anche se non tutti, e c’era la curiosità di vedere cosa sarebbe cambiato, non solo nelle loro vite, ma proprio a livello di storia senza le Olimpiadi. Però il finale… il finale! Non può finire così, con il tuffo di Jean senza sapere che risultato ottiene o senza sapere cosa accadrà quando si rivedranno al compleanno di Fiamma! È ingiusto!


Comunque ho apprezzato che Fiamma non abbia vinto, sarebbe stato brutto e scontato, e dispiace anche che non abbia ottenuto almeno il terzo posto per pochi punti, ma con tutto quello che le è accaduto, la pressione e tutto, è giusto che sia andata così.



Sicuramente continuerò a tenere d’occhio Vanessa, perchè il suo stile mi piace molto, non scrive storie già viste e riviste, e sono sicura, e fiduciosa, che potrà fare anche molto di meglio! Sono veramente curiosa di sapere quali altre storie ci porterà in futuro, oltre che leggere il terzo romanzo!


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