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Dai tuffi al cuore

Eccomi di nuovo qui con una nuovissima recensione!

Questa volta parlerò di un libro che ho sempre voluto leggere e che è in wishlist da quando è uscito - tra l’altro di una persona che conosco da anni e con la quale ho avuto modo di parlare spesso, di partecipare a scambi di lettura e che mi ha aiutato molto anche con la mia storia, e che ho sempre apprezzato!



Parlo di ‘Dai tuffi al cuore’ di Vanessa Barbuto.


Magari qualcuno potrebbe essere sorpreso che io mi affacci su una storia di questo genere, visto che nel mio profilo parlo spesso di fantasy e scrivo quasi solo quello, quando in realtà nella lettura mi sbizzarrisco: passo dal fantasy al romance, dai classici ai libri per ragazzi, dalle raccolte di racconti alle poesie… insomma, leggo di tutto! In questo caso, però, la cosa diversa è che è stata la prima volta che leggevo uno sport romance!


Già da come possiamo intuire dal titolo e dalla copertina, che adoro, soprattutto per la sua semplicità ed eleganza, la storia ha come sfondo uno sport in particolare: quello dei tuffi. Premetto che io amo il mondo del nuoto, l’ho praticato per moltissimi anni e sarei arrivata con molto piacere ai livelli agonistici (prima di abbandonarlo a malincuore per le prese in giro che ottenevo continuamente per il mio fisico), e rituffandomi in quel mondo attraverso il libro, a tratti, mi ha fatto emozionare davvero tanto. Conosco cosa si prova quando hai una gara, quando vinci una medaglia (e ne ho diverse che custodisco davvero con affetto), la pressione e l’ansia che provi quando sei su quel trampolino - che tanto odiavo io, al contrario della protagonista - e mi sono sentita particolarmente vicina ad alcuni di loro, per questo. Ma non l’ho trovato piacevole e ben scritto per questo.


Mi è piaciuto veramente tanto, sia per il suo modo di raccontare la storia, sia per i personaggi che ha creato, ma anche e soprattutto per il suo stile di scrittura semplice, leggero, scorrevole, ma che allo stesso tempo anima perfettamente le scene della mente e non è appesantito dai termini tecnici che avrebbero potuto confondere chi non ne sa nulla di questo sport - anche se ho notato alcuni errori di battitura che possono essere tolti facilmente rileggendo attentamente. Proprio per questo la trovo una lettura adatta a tutti, e chissà se qualcuno non potrebbe appassionarsi ai tuffi dopo averlo letto!


Ma passiamo alla trama e alla recensione più approfondita! (Saranno presenti degli spoiler)



Trama:


Dopo l'infortunio di una delle sue compagne di nazionale, Fiammetta Salieri ha l'occasione di realizzare il suo sogno e partecipare alle Olimpiadi nei tuffi. Cosa potrà mai andare storto? Ovviamente, nulla va come previsto. Nel giro di pochi giorni, Fiammetta si ritrova al centro delle più disparate confidenze, scoprendo legami di ogni genere tra compagni e avversari. Tra amicizie che nascono e muoiono, scommesse, tradimenti segreti e persino un mazzo di fresie, ci ritroviamo a vivere gli spalti dell'impianto non solo tra la tensione delle continue gare, ma anche facendo il tifo per le Olimpiadi che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, deve disputare: quelle del cuore.





“Quando siamo fermi sul trampolino o sulla piattaforma, siamo soltanto noi che ci misuriamo con noi stessi. Tante persone nella stessa silenziosa solitudine, che si attenua solo nelle gare di sincro. E nella solitudine ci ritroviamo tutti insieme, perché tutti ci alleniamo tante ore al giorno per essere qui e sappiamo quanti sacrifici costi. Forse è per questo che io, tutto sommato, non sono così diversa da tutti gli altri.”


Allora, parto con il parlare della trama e della protagonista, che sono le cose che mi hanno colpito di più. Ci troviamo alle Olimpiadi, il sogno di ogni sportivo! E anche per Fiamma ovviamente lo è, solo che il suo debutto non va nei migliori dei modi: per un piccolo incidente è costretta a lasciar perdere. Questo devo dire che l’ho apprezzato molto (Fiamma non mi odiare), perchè è stata una scelta che le ha permesso non solo di muovere a proprio piacere la protagonista tra gli spalti e nel villaggio, in modo da conoscere nuove persone ed essere presente in eventuali vicende, ma anche perché ha permesso di mostrare un lato degli sportivi di cui non se ne parla spesso. Ne abbiamo sentito parlare quest’anno con Simone Biles, ma la pressione, l’ansia e le paure che uno sportivo prova prima e dopo una gara sono cose di cui si preferisce tacere, guardare dall’altra parte… e in questo caso no: Fiamma è umana, sbaglia e vorrebbe rimediare, e con questo possiamo vedere come viene indotta dalle vicende a pensare svariate cose, facendosi prendere dall’ansia e dalle paure. Lei si interroga interiormente su cosa sarebbe potuto accadere, se era giusto che lei fosse lì, se era preparata davvero per poter partecipare a quelle gare così importanti. È appunto un lato umano che ho apprezzato particolarmente.


“Mi ha regalato qualcosa di più profondo delle parole di un grande autore. Mi ha regalato un’idea, un sentimento magico da condividere.”


Dall’altra parte, però, non ho apprezzato che lei fosse un po’ messa da parte in alcune vicende. Dopotutto è la protagonista, eppure molto spesso la percepiamo come personaggio secondario che racconta le vite e le vicende degli altri. Un esempio è proprio la relazione con Lince, per la quale sinceramente ho provato ben poco interesse - mi sono sentita presa più per le vicende di Emilién e Becky, che sulla relazione di Fiamma.



“È stato tutto così breve, così veloce… come sempre, ma le circostanze hanno fatto in modo che io vivessi questi ultimi giorni come in un sogno, illudendomi che fosse reale, che fosse diverso.”


Questo perché? Perché l’ho trovata davvero frettolosa, quasi fosse una cosa a parte della trama: avrei preferito che piuttosto che accennare ai loro incontri, al loro tempo insieme, avessi assistito a quelle scene direttamente. Capisco che ci siano tanti personaggi, alcuni che occupano più tempo, altri quasi comparse, ed è difficile dare la stessa importanza a tutti, ma lei è pur sempre la protagonista. Qui invece abbiamo lei che scopre Lince, che comincia a conoscerlo, poi si racconta di tutt’altro e alla fine si lasciano. È esattamente tutta la parte al centro che magari mi avrebbe fatto provare qualcosa per entrambi, quello che suppongo l’autrice abbia voluto fare, ma purtroppo arrivo al loro addio senza provare dispiacere, anzi, ero felice che i due fossero persone serie e mature che erano arrivate a un punto d’incontro senza discutere o altro.


“Anche se, a dire la verità, sono molti i piccoli gesti che mi ha regalato di cui non lo avrei mai fatto capace: mi piace perché mi stupisce ogni volta.”


Altra cosa che ho notato, è che si capisce molto che Fiamma abbia una cotta per lui, però Lince è un personaggio molto marginale, quando essendo l’interesse amoroso della protagonista forse poteva essere presentato di più. Ci viene spesso detto che abbia un carattere freddo, tanto che appunto, come si capisce nella citazione, addirittura Fiamma si meraviglia di alcuni suoi comportamenti dolci, ma esattamente, perché dovremmo meravigliarci anche noi? Non c’è una presentazione forte di lui, anche se ho apprezzato che non sia il solito bad boy, e per quel poco che si è visto mi sembrava una persona seria, garbata ed educata, che trattava bene lei come avrebbe fatto con chiunque altro... Tutti i presupposti per far partire una relazione sana c’erano, e questo mi è piaciuto, perché c’è veramente bisogno di esporre relazioni del genere nei libri. Il suo personaggio quindi non mi dispiaceva, però avrei preferito un approfondimento in più anche su di lui, oltre la loro relazione, perché mi incuriosiva molto.


“Ma forse io sono un po’ troppo entusiasta quando si tratta degli altri, ed eccessivamente severa quando devo giudicare me stessa [...]”


Un’altra cosa che ho apprezzato di Fiamma è il suo carattere: si fa in quattro per tutti ma finisce a creare sempre casini, soprattutto quando non tutti farebbero la stessa cosa per lei e ha sempre parole di conforto per tutti quando con se stessa è sempre severa. Questo mi ha fatto rivedere molto in lei, anche se ho il carattere più chiuso e riservato di Becky, e questo è un bene, perchè se le persone si immedesimano, significa che i personaggi funzionano, li hai resi reali. E su questo non posso dire nulla, perchè l’autrice ha saputo renderli davvero bene, e molti di loro mi sono piaciuti tanto, con le loro mille sfumature.



“Quando ero a casa e guardavo le gare dalla tivù, distinguevo nel suo sguardo inquadrato dalle telecamere, nei suoi riti prima di ogni tuffo, una determinazione che gli altri non avevano. Nessuno degli altri. Il voler essere il migliore al mondo e il volerlo essere per sua madre. Saltare in alto sul trampolino per toccare il cielo, e forse anche gli angeli. Tra cui lei.”


Questo pezzo mi ha davvero catturata, mi ha fatto emozionare. Se la protagonista a volte è messa da parte, i personaggi secondari invece ci vengono mostrati completamente non solo dalle descrizioni di Fiamma, su ciò che conosce e apprende da ognuno di loro, ma anche attraverso le loro azioni. Li ho amati tutti, alcuni di più come Jean e Oliver, altri di meno, come Becky, però li ho amati tutti. Ho odiato solo un personaggio, che ovviamente senza fare nomi si capisce benissimo di chi parlo… però mi è piaciuto particolarmente il rapporto tra Jean e Fiamma, con la loro bella amicizia, che fa vedere chiaramente che è possibile tra uomo e donna. Anche le sfumature che abbiamo visto di lui nel corso della storia, dal suo essere pacifista e ponderato, al suo essere protettivo con chi vuole bene e il suo lato debole che vediamo alla fine. Anche Emilién mi è piaciuto particolarmente, sarà che comunque mi piacciono i personaggi che sembrano tosti e invece sono tutt’altro di quello che appaiono, eppure ho preferito di più Oliver, che invece non lo nasconde moltissimo ed è un bravissimo ragazzo. Becky non so, non mi è dispiaciuta, però non mi ha fatto impazzire… sinceramente ho provato più affetto con i personaggi maschili, ma succede sempre così, sono pochi i personaggi femminili che amo davvero.


“Piangi pure, Vale, sei sul tetto del mondo insieme alla tua migliore amica. Sei nell’Olimpo dello sport. Nessuna dea greca sarà mai bella come voi due, felici ed eterne.”



Come accennavo all’inizio, quello che ho apprezzato di più è stato il saper raccontare le scene che in altre circostanze avrebbero annoiato, tenendo invece il lettore incollato alle parole senza confonderlo troppo con tecnicismi oscuri a chi non ne sa nulla dei tuffi. L’autrice ha saputo farci emozionare attraverso frasi bellissime (come questa sopra citata), mostrandoci ogni emozione dei diversi tuffatori in azione. Forse avrei messo meno punteggi che a volte mi hanno fatto perdere anche a me il ritmo della lettura, quando invece ho apprezzato di più le parti dove erano solo raccontate, anche se più velocemente.


Essendo ambientata alle Olimpiadi, però, devo dire che avrei amato vedere anche accenni in più su altri sport, magari più interazioni con altri sportivi oltre che i tuffatori, o la partecipazione visiva ad altre gare, come quelle di nuoto - rimanendo sempre all'interno delle piscine. Nelle varie edizioni non è stato raro che persone di un certo sport facessero conoscenza e amicizie strette con altri sportivi, e in molte occasioni nel libro ci si scorda di essere alle Olimpiadi, piuttosto che a una semplice gara di Tuffi, se non ce lo ricordasse Fiamma a voce o nei suoi pensieri - solo un paio di volte, se non sbaglio, si parla di altri sportivi nella Casa Italia.

“«Vi manca già?» ci domanda Carla [...]”


Anche se lo chiede al trio Becky, Jean e Fiamma, mentre abbandonano le Olimpiadi e il villaggio, la madre di Becky sembra quasi chiederlo a noi. Personalmente direi di sì, perché mentre leggevo le ultime pagine mi mancavano già alcuni personaggi e sono spinta a leggere il seguito, per il quale ho alte aspettative! Se il primo non mi ha delusa, ma mi ha sorpreso alla grande, il secondo non potrà fare di meno.


Vi aspetto alla prossima recensione!

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