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Curiosità sulla Sirenetta!

Nello scorso appuntamento abbiamo potuto leggere e scoprire non solo la vera storia della sirenetta, ma anche il reale significato che si cela dietro alla fiaba, che abbiamo definito “una triste lettera d’amore”, ma le curiosità non sono finite qua!

Scopriamole insieme!



L’origine della Sirenetta!

In origine, mentre era in fase di scrittura, il titolo della Sirenetta era “Le figlie dell’aria” ed era un testo ispirato da Undine di Friedrich de la Motte Fouqué. E’ un racconto romantico - ma tragico - di una Ondina, spirito acquatico del folklore germanico.

Come similmente avviene nella Sirenetta, segue le vicende di una figlia del Re del Mare, che abbandona il suo ambiente per cercare un amore umano che le consentirà di ottenere un'anima immortale. Si troverà bambina sulla terraferma a essere allevata da un pescatore e sua moglie, finché, cresciuta, non troverà l’amore nel cavaliere Huldbrand von Ringstetten, che sposerà e il quale le giurerà amore eterno anche dopo aver saputo la sua vera natura. Sembra andare tutto bene, ma lo zio di Undine, Kühleborn, la mette in guardia contro il suo amore umano: se mai subirà un torto da Huldbrand, lei dovrà tornare al mare per sempre e lui dovrà morire. Entra in gioco Bertalda, la ex fidanzata di Huldbrand e amica di Undine, che interrompe quella pace che si era creata tra i due: Huldbrand torna al vecchio amore e arriva a trattare male Undine. Questo segna il destino di entrambi: gli spiriti dell'acqua esigono la loro vendetta e dovrà essere proprio Undine a uccidere Huldbrand con un bacio mortale.

Ci sono evidenti differenze con la Sirenetta, questo perché in primis Andersen pensava che fosse sbagliato conquistare l’anima immortale con un’amore umano e che dipendesse perciò da tale, per questo scelse per la Sirenetta un percorso più naturale e meno divino.


Il dualismo del Blu e del Rosso


Leggendo la fiaba, si potrà notare che c’è una prevalenza di colori che aiuta a tenere lontani i due mondi, quello terreno e quello marino: il blu e il rosso.

Il primo è un colore dominante nell’ambientazione acquosa, oltre che delle spiagge e degli occhi della sirena, mentre il secondo rappresenta i mondi sopra l’acqua, descrivendo di questo colore il sole nei cieli e il mondo su cui risplende.

Ve ne eravate resi conto, durante la lettura della fiaba?


Lontano dalle tradizioni, ma neanche così tanto


Quando Andersen scrisse la Sirenetta, era una delle creature che andava molto di voga tra le poesie, i racconti e le ballate, perciò possiamo intuire che lo scrittore ne sapesse abbastanza. Però, attingeva al folklore solo quando “gli faceva comodo”, partendo già dal fatto che si allontanasse dalle figure antiche delle sirene mettendogli una coda di pesce, quando ricordiamo che le prime in realtà erano mezze uccello. Ma che dire del fatto che le sirene sono sempre state conosciute per le loro belle voci che attiravano i marinai e che vederne una in viaggio era sinonimo di sfortuna e presagio di gravi disgrazie? Ebbene, ricordiamo cosa succede quando la Sirenetta emerge dall’acqua la prima volta?

Il naufragio della nave potrebbe essere una coincidenza, ma è davvero interessante guardarla sotto quest’altra ottica.

L’incipit della fiaba era l’inizio di una lettera!



In una lettera datata 1835, Andersen aveva iniziato con queste parole:


“Se tu guardassi in fondo alla mia anima capiresti appieno la fonte del mio desiderio e mi compatiresti. Anche il lago aperto e trasparente ha le sue profondità sconosciute che nessun subacqueo conosce.”


Possiamo dedurre che queste parole siano state la scintilla che gli ha fatto scrivere La Sirenetta.




La statua


Nel porto di Copenaghen vi è una statua che raffigura La Sirenetta di Andersen, grazie al figlio del fondatore di Carlsberg, Carl Jacobsen, che l’ha commissionata nel 1909 dopo essere rimasto affascinato dall’adattamento della fiaba come balletto per opera di Hans Back. Purtroppo la statua di bronzo (alta 1,25 m e dal peso di 175 kg), realizzata da Edvard Eriksen prendendo come suo modello la moglie Eline, è stata presa d'assalto dai vandali più di una volta, dopo la sua apparizione in pubblico il 23 agosto 1913. Il 24 aprile 1964 alcuni situazionisti (movimento filosofico-sociologico ed artistico marxista libertino) segarono la testa della statua, che non fu più ritrovata e venne sostituita con una copia. Il 22 Luglio 1984 venne sottratto il braccio destro, riconsegnato due giorni dopo da due giovani, mentre nel 1990, un nuovo tentativo di segare la testa, apparve un taglio di 18 centimetri nel collo. A questo punto, venne rimpiazzata da un nuovo unico blocco metallico lavorato, ma anche questa nuova statua non ebbe pace: il 6 gennaio 1998 la testa fu rimossa ancora e riconsegnata in forma anonima, e rimessa al suo posto il 4 febbraio. Fu inoltre imbrattata più volte di vernice, mentre l’11 settembre 2003 è stata addirittura sradicata dalla roccia che le fa da piedistallo, forse per mezzo di una piccola carica di dinamite.



Curiosità del film animato!


Le curiosità non ci sono solo nelle fiaba originale, ma riguardando anche la pellicola animata Disney! Film che dopo 30 anni ha riportato sullo schermo una Principessa (dopo il mezzo flop della Bella Addormentata) è stato un film che ha rilanciato la compagnia americana, con ben due Oscar vinti, e nasconde tanti segreti e curiosità.

Prima di tutto, Ariel è l’unica figlia del Re Tritone che non ha il nome che inizia e finisce con la A, strano vero? Ma si dice che il nome Ariel sia di ispirazione dalla "Tempesta", famosa commedia di Shakespeare, ma che a sua volta ha ispirato il nome del colore della coda, creato appositamente nel laboratorio di pittura della Disney, che si abbina al colore rosso dei capelli (scelti per distinguerla da “Splash! Una sirena Manhattan” e anche perché stavano meglio con il colore della coda). Visto che le sembianze dei protagonisti non sono del tutto descritte nella fiaba originale, si ispirarono per il suo volto ad Alyssa Milano, mentre nelle scene usate come reference era interpretata da Sherri Stoner. Per il volto di Ursula (che in origine doveva essere un pesce-scorpione, poi diventata una Cecaelia) si ispirarono alla drag queen Divine.

Il castello del principe Eric esiste davvero!

Ebbene, per l’ultimo film Disney prodotto con il metodo tradizionale di disegno su pellicole di cellulosa, si sono ispirati fortemente al castello Chillon in Svizzera.

Ci sono, inoltre, delle apparizioni speciali: i marinai della scena iniziale, che ballano sulla nave, non sono altro che caricature degli animatori Disney, mentre possiamo vedere Topolino, Paperino e Pippo tra la folla della celebrazione per il compleanno di Ariel (sì, quest’ultima da un po’ le vibes di Kingdom Hearts).







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