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All Black But Gold

Ringrazio Ska per avermi inviato la copia arc in anteprima e per la fiducia!

Oggi vi recensisco All Black But Gold, uscito nelle scorse settimane e che io avevo già iniziato ai tempi su Wattpad e che avevo cominciato ad apprezzare.





Trama:


Il legame più significativo che Diana Arden ha nella sua esistenza è uno: quello con la morte.

Madre suicida.

Padre deceduto.

E fili d’oro che le permettono di vedere gli ultimi secondi di vita di una persona.

Diana sa che nulla di buono può nascere da questo strano e maledetto potere, ma lo sfrutta comunque per aiutare nei casi di cui si occupa il Dipartimento Anticrimine di Blackridge.

Per questo, durante una visita notturna all’obitorio in cui vede dietro gli occhi morti del John Doe di turno un qualcosa di incomprensibile e mostruoso, si troverà costretta a chiedersi se la follia l’ha sovrastata una volta per tutte o se ciò che è in grado di fare non fa parte di un disegno molto più grande e oscuro.

E intanto, intorno a lei, il mondo muta irrimediabilmente.


“Non è un potere di cui vergognarsi, Diana. Non c’è niente di più sincero della morte, e deve essere un onore poter accogliere in te gli ultimi istanti delle persone che ti circondano, perché leggi la loro anima, e li conosci nel momento più importante e decisivo della loro esistenza.”


* * *


Sono rimasta molto sorpresa già dalle prime pagine: ci troviamo davanti a una storia paranormal fantasy molto promettente, con leggere sfumature horror e romance che vi terranno incollati alle pagine, con un inizio molto originale facendoci conoscere fin da subito la protagonista, Diana, e il suo dono/martirio. Lei può, infatti, vedere gli ultimi istanti di vita delle persone, tramite fili d’oro scaturiti da un semplice tocco con il morto (dettaglio che ho trovato molto carino e diverso dal solito). Questo le darà molti dolori e una vita quasi in solitudine, perché vivere quasi in simbiosi con la morte la fa apparire strana, diversa dagli altri, e a molto spesso anche lei si chiederà se non fosse semplicemente pazza.


Ci troviamo a Blackridge, cittadina dove vive Diana, che potrebbe apparire come qualunque altra città, ma che in realtà nasconde molto più di quello che ci si può immaginare. Alzeremo il velo che nasconde la vera Blackridge con Diana, a causa di una visione che le sconvolgerà le giornate quando per sbaglio tocca il corpo che non era quello a lei designato dall’amica Amanda, poliziotta, che Diana aiuta nei casi grazie al suo dono.


Mentre inseguiremo le piste di un omicidio molto strano e un caso di rituale demoniaco, che daranno al titolo anche leggere atmosfere Thriller, l’utrice ci crea una sensazione di soffocamento e malessere facendoci provare le stesse emozioni della protagonista, che non capisce cosa le stia succedendo o se stia impazzendo, mentre rimane da sola e incompresa anche da chi le ha sempre creduto. Tutto questo smarrimento viene percepito grazie allo stile di scrittura semplice, a tratti ricercato, ma soprattutto elegante e misterioso, che riprende perfettamente il genere del libro, con lo stile inconfondibile che ritroviamo anche negli altri libri dell’autrice ma con una penna migliorata notevolmente! Però, purtroppo, devo ammettere che il malessere di Diana a un certo punto l’ho trovato troppo ripetitivo e mi stava quasi stancando, avrei preferito che l’attenzione si spostasse di più su quello che stava succedendo alla cittadina (per mio gusto, lo specifico), ma dalla seconda parte del libro sono stata catturata tantissimo, tanto da finirlo in poco tempo. Questo perché un personaggio come Diana, così complesso e pieno di dolore (grazie anche alla sua infanzia tormentata), è sempre un rischio: potrebbe sembrare banale, oppure puoi toccare delle corde particolari in modo superficiale, o rendere il suo personaggio triste e scialbo, quasi una lagna, invece l’autrice è riuscita a creare un personaggio sfaccettato e molto forte, con la quale riesci a immedesimarsi alla perfezione.


Ci troveremo in crescendo di avventure ed emozioni continue, che porteranno a galla molte più verità di quelle che Diana immaginava e che ci faranno rimanere col fiato sospeso più e più volte. A partire da Aurel e il suo stare nascosto sotto forma di gatto (identico al mio Lucifer, adoro) e la sua vera natura di Doaven, che ho apprezzato particolarmente e ho trovato molto interessante e ben costruito come popolo (come i rituali a loro legati), fino ad arrivare a Nysar e i Daoinhe Sidhe, ho trovato questo viaggio molto originale, con un uso anche di quest'ultimo popolo diverso dal solito. E con la conoscenza di questi due popoli (Doaven e Daoinhe Sidhe), molte “stranezze” dei primi capitoli che forse non potevano comprendere del tutto, sono spiegate nei minimi dettagli e ti fanno avere un quadro completo della situazione. Ti appare tutto più chiaro.


I personaggi secondari mi sono piaciuti tutti: con una caratterizzazione fatta molto bene e resi del tutto umani, con i loro pregi e difetti, gioie e dolori. Forse Amanda è quella che mi è piaciuta un po’ meno, per come tratta Diana soprattutto, ma alla fine non è neanche colpa sua se non ricambia i suoi sentimenti, però come amica poteva essere più vicina a Diana (ho preferito di più Camille, lo ammetto). T. J. uno dei miei preferiti, insieme a Nysar: sono incuriosita dalla loro storia, dalla loro natura, e avrei amato più scene con loro, ma è giusto che l’attenzione fosse sulla protagonista indiscussa (e suppongo, dal finale perfetto, che ne vedremo di più nei possibili seguiti). Aurel l’ho trovato molto interessante, anche se all’inizio la quasi Insta-love mi ha fatto un po’ storcere la bocca, ma alla fine ho trovato lui e Diana molto belli insieme e tifavo per loro (anzi, sono molto felice che Diana abbia trovato finalmente qualcuno che l’ami e la protegge per com’è)!


In sintesi, è un inizio cupo, oscuro e originale che promette dei seguiti ancora più misteriosi e belli. Con un crescendo di emozioni, colpi di scena inaspettati, che vi farà tenere gli occhi incollati alle pagine.


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